Dal libro dei matrimoni
della parrocchia di Buto
emerge la figura di “De
Mathei” Giovanni Battista da
Costola che il 2 settembre
1759 sposò la butese De Nevi
Maria Domenica, figlia di
Giovanni Battista.
Da allora la storia della
famiglia De Mattei si è
evoluta nel paese di Buto,
frazione di Varese Ligure,
posto alle falde del monte
Gottero, il cui nome
dialettale “Bù” richiama le
caratteristiche del
territorio, per innumerevoli
anni luogo di pascolo per
buoi.
Proprio dai registri
parrocchiali di Buto si sono
ottenute informazioni
preziose sulla famiglia.
I primi cognomi appaiono in
Italia nel IX secolo,
specialmente tra i nobili, e
si diffusero nel periodo
rinascimentale. Tracce dei
primi cognomi (che derivano
soprattutto dai nomi dei
genitori, o delle località,
o dei mestieri) si trovano
negli atti notarili e nei
registri parrocchiali. Il
cognome De Mattei discende
proprio dal nome Matteo, e
il “de” sta a significare
“della famiglia di” Matteo.
Nel 1563, il Concilio di
Trento, per motivi pastorali
e per evitare matrimoni tra
consanguinei, rese
obbligatori i registri di
battesimo, cresima,
matrimonio e morte. In quel
periodo la parrocchia di
Buto era unita a quella di
Costola che aveva istituito
i registri. Nel 1657 (l’anno
della grande peste bubbonica
che causò la morte del 60%
degli abitanti di Genova
mentre sembra non aver
causato lutti nel territorio
dell’Alta Val di Vara) la
parrocchia di Buto fu resa
indipendente da quella di
Costola e da allora si
cominciarono a tenere
autonomi registri
parrocchiali, fortunatamente
conservatisi, e da essi
emerge proprio la figura di
De Mattei Giovanni Battista,
proveniente dal vicino paese
di Costola.
L’esistenza degli antenati
butesi è stata simile a
quella di tutti gli abitanti
del paesino, sino alla
seconda guerra mondiale,
economia di pura
sussistenza, legata alla
povera agricoltura del
luogo. Sino al secolo XVIII
la vita dell’abitante di
Buto era difficilissima:
ricorrenti e periodiche
malattie (peste, colera), la
fame e le carestie colpivano
il circondario di Varese ed
anche fenomeni naturali
(incendi, grandinate). Il
castagno (in quel periodo si
intensificò l’innesto delle
specie domestiche) forniva i
propri frutti che
costituivano la massima
fonte di vita per il
contadino. Dai primi
dell’Ottocento si cominciò a
coltivare la patata.
Altissima era la mortalità
tra i neonati (specialmente
tra i primi nati) e le
malattie polmonari colpivano
gli adulti (a causa della
scarsa difesa dal freddo
invernale). |